LA CASA DALLE FINESTRE CHE RIDONO

Pupi Avati, 1976
casa finestre

Si tratta – dichiarava Pupi Avati durante le riprese del film – di una vecchia storia di paese, di quelle che sentivo raccontare una volta in casa mia, quando i bambini restavano ancora meravigliati e tremebondi ai racconti spaventevoli della nonna”.
Agli inizi degli anni ’60, in un paese della bassa Ferrarese viene chiamato un giovane restauratore, Stefano (Lino Capolicchio), per riportare alla luce un affresco raffigurante il martirio di San Sebastiano, dipinto da un artista locale naïf, morto suicida trent’anni prima. Appena arrivato, però, si rende conto che la sua presenza non è gradita e che l’intonaco che copre parzialmente l’affresco nasconde una verità che tutti sembrano temere ritorni a galla. Coinvolto in una serie di eventi inquietanti e morti violente, Stefano inizia a indagare e suo malgrado scopre tutto il torbido che si agita nelle pieghe più profonde della provincia.

LOCATION Le riprese del film sono state effettuate in gran parte a Comacchio, nelle sue Valli e nel Polesine meridionale.
Per riprendere l’arrivo del protagonista Stefano sul traghetto sono stati scelti gli argini del Po di Porto Tolle e Ca’Venier.
La villa liberty utilizzata come abitazione delle sorelle Legnani e dove soggiorna il protagonista Stefano è Villa Boccaccini alla Collinara a San Giuseppe, frazione di Comacchio, costruita nei primi del Novecento su una precedente casa colonica del ‘700 e tuttora visibile.
A Comacchio sono state girate numerose scene del film: si riconoscono il Loggiato dei Cappuccini (corso Mazzini), alcune vie del centro storico e in particolare via E. Fogli: il civico 7 è l’esterno dell’Albergo Italia (gli interni sono stati girati a Cento), dove alloggia il protagonista Stefano.
Le Valli di Comacchio fanno da sfondo a diverse scene del film. In una di queste, girata a Stazione Foce, è visibile la casa che il regista Giuliano Montaldo fece costruire per il set de L’Agnese va a morire, girato pochi mesi prima del film di Avati.