OSSESSIONE

Luchino Visconti, 1943

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Considerato uno dei massimi capolavori del Neorealismo italiano, Ossessione è il film con cui Luchino Visconti ha voluto raccontare il sottoproletariato della Valle Padana, senza paura di svelarne gli aspetti più desolanti e meschini, in aperta sfida con la rigida morale dell’epoca.
Gino (Massimo Girotti), un giovane vagabondo squattrinato e senza meta, arriva nello spaccio di campagna di proprietà del “Bragana” (Juan De Landa), un uomo anziano con una moglie, Giovanna (Clara Calamai), più giovane di lui e insoddisfatta della vita che conduce. Gino trova ospitalità e lavoro nell’osteria e intreccia una relazione clandestina con la padrona di casa, che, stanca di non poter vivere la relazione con l’uomo di cui è innamorata, istiga Gino a uccidere il marito simulando un incidente d’auto. Il rimorso del delitto e la paura di essere scoperti dalla polizia segneranno la loro unione fino al tragico epilogo.

LOCATION La vicenda si snoda nella bassa padana ferrarese, lungo gli argini del Po, dove sono state effettuate gran parte delle riprese.
L’osteria del Bragana si trovava sugli argini del Po in zona Polesella.

PAISÀ

Roberto Rossellini, 1946

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Seconda pellicola della Trilogia della guerra antifascista di Roberto Rossellini, è considerato uno dei capolavori del Neorealismo italiano.
Girato con attori prevalentemente non-professionisti, il film rievoca in sei episodi l’avanzata delle truppe alleate in Italia, dallo sbarco della flotta anglo-americana in Sicilia la notte del 10 luglio 1943 alle lotte partigiane nel Nord Italia, durante l’inverno del ’44, pochi mesi prima della fine della guerra. L’ultimo episodio, Porto Tolle, è ambientato alla foce del Po, dove partigiani ed ex prigionieri americani vivono alla macchia, scontrandosi contro i tedeschi che risalgono il fiume su pesanti barche armate. Nella battaglia combattuta fra le paludi del Polesine, non mancano le violente rappresaglie dei nazifascisti contro i partigiani, ed anche sui civili inermi. L’episodio si apre con l’immagine drammatica di un cadavere di partigiano trascinato dalla corrente, una scena tragica a cui Rossellini aveva assistito più volte durante i suoi viaggi su Po: “Avevo in testa quei cadaveri che passavano sull’acqua, lentamente naviganti sul fiume, col cartello che recava la scritta “PARTIGIANO”. Il fiume ha portato per mesi quei cadaveri. Era facile incontrarne diversi, nello stesso giorno”.

LOCATION Le riprese del film sono state effettuate lungo gli argini del Po a Porto Tolle e nella Sacca di Scardovari.

CACCIA TRAGICA

Giuseppe De Santis, 1947

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Esordio cinematografico di Giuseppe De Santis, il film – la cui sceneggiatura è firmata, oltre che dal regista, anche da Michelangelo Antonioni, Umberto Barbaro e Cesare Zavattini -mette in scena un ricco intreccio di vicende popolari contemporanee, con la struttura di un film noir, già attento alla cinematografia d’oltreoceano.
Protagonisti sono i contadini di una cooperativa agricola, insidiati da padroni autoritari, e i reduci dai campi di prigionia, che faticano ad inserirsi in una nuova vita dopo il lacerante conflitto appena concluso. Mentre viaggiano su un furgone, Michele (Massimo Girotti) e Giovanna (Carlo Del Poggio), novelli sposi, e il ragioniere di una cooperativa agricola incaricato di portare in sede quattro milioni, viene assalito da due banditi. I malviventi uccidono l’autista e il ragioniere, si impossessano del denaro e prendono in ostaggio Giovanna. Comincia così una caccia all’uomo che vede coinvolti i contadini e i carabinieri.

LOCATION Il film è stato girato nelle campagne ravennati – Marina di Ravenna e Marina Romea (viale Italia e Viale dei Pioppi) – e nelle Valli di Comacchio.

CAMICIE ROSSE

Goffredo Alessandrini, 1952

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Il film si apre e si chiude nelle campagne intorno a Ravenna dove termina l’agonia di Anita Garibaldi (Anna Magnani). Un lungo flashback ricostruisce la fuga di Garibaldi (Raf Vallone) nel luglio del 1849, dopo la caduta della Repubblica Romana, alla testa di poche migliaia di volontari, braccati dagli eserciti francese, borbonico, pontificio e austriaco: sarà quest’ultimo, dopo la resa e il disarmo della maggior parte dei garibaldini a San Marino, a concludere tragicamente la caccia ai superstiti irriducibili, fucilandoli senza pietà nelle paludi ravennati mentre Garibaldi, affranto dalla morte dell’amata compagna, sfugge per miracolo alla cattura e prende la via dell’esilio.

LOCATION Diverse scene del film sono state girate tra le Valli di Comacchio, Porto Garibaldi e la campagna ravennate.

LA DONNA DEL FIUME

Mario Soldati, 1954

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Il film, che consacrò definitivamente Sophia Loren, al suo debutto come attrice in un ruolo drammatico, è un melodramma imperniato sulla figura di Nives, personaggio femminile che solo all’apparenza corrisponde allo stereotipo dell’epoca, ma che in realtà svetta per autodeterminazione e coraggio. Alla pellicola parteciparono Moravia e Flaiano, ideatori del soggetto, Bassani, Franchina e Pasolini, autori della sceneggiatura, e Florestano Vancini in qualità di aiuto regista (e i cui documentari “Uomini della palude” e “Tre canne un soldo” fornirono l’ispirazione per le ambientazioni del film).
Nives (Sophia Loren) lavora con altre donne alla marinatura delle anguille nelle valli di Comacchio. Durante una festa da ballo si scatena una rissa: ne approfitta il contrabbandiere Gino (Rik Battaglia), che sottrae la donna impaurita al disordine della festa e riesce a vincere la sua resistenza dopo mesi di corteggiamento. Nives ne diventa l’amante, ma Gino non vuole legami stabili e, nonostante lei aspetti un figlio, l’abbandona e fugge. Per vendicarsi Nives lo fa arrestare. Passano due anni: Nives ha dato alla luce un bambino e lavora per poterlo crescere sano ed onesto, lontano dai pettegolezzi. Per farlo ha lasciato Comacchio e taglia canne sul delta padano. Nel frattempo Gino evade dal carcere e si reca dalla donna per vendicarsi. La trova mentre veglia il figlioletto morto e mosso a compassione si costituisce e chiede a Nives di attenderlo.

LOCATION Il film è stato girato nelle Valli di Comacchio e nella zona del Lido di Volano.
All’interno dell’Ex Azienda Valli di Comacchio – l’attuale Manifattura dei Marinati – lavora Nives: celebri le riprese nella Sala dei Fuochi, dove venivano marinate le anguille.
La location scelta per le riprese della festa da ballo è uno spiazzo in prossimità della spiaggia al Lido di Volano.
L’abitazione di Nives è tuttora esistente e visibile in località Taglio della Falce.
La seconda parte del film è stata interamente girata in zona Pila a Porto Tolle.

IL GRIDO

Michelangelo Antonioni, 1957

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Con questo film Antonioni porta in scena l’incapacità dell’uomo di trovare un appiglio con la realtà che lo circonda. Partendo da un amore giunto al termine, il regista ferrarese mette in scena un dramma itinerante dal sapore neorealista in cui il peregrinare del protagonista si fa specchio di un malessere interiore insanabile, che non può trovar fine se non nella tragedia.
In un entroterra padano fatto di lande desolate e atmosfere nebbiose, si consuma il calvario umano di Aldo (Steve Cochran), ex operaio in una raffineria di zucchero, in fuga senza meta dopo che la compagna, Irma (Alida Valli), l’ha lasciato per un altro uomo; solo con la figlioletta (Mirna Girardi), farà visita dapprima a una vecchia fiamma (Betsy Blair), poi cercherà sostegno in una benzinaia risoluta (Dorian Gray) e in una squillo sola e disperata (Lyn Shaw), ma nessuno sembra in grado di salvarlo dalla crisi intima che lo attanaglia.

LOCATION Il film avrebbe dovuto essere girato tra Pontelagoscuro, Occhiobello, Ca’ Venier e Punta Maistra, ma la rotta del Po nel 1956 fece operare dei tagli alla sceneggiatura e un ripensamento generale di tutte le location. Il paese immaginario di Goriano e la casa di Aldo e Irma vennero così spezzettate in quattro set diversi: Francolino, per le scene girate tra le vie del paese, la periferia di Ravenna nella zona di Pontelagoscuro, l’argine del Po all’altezza di Ravalle, dove si trovava la casa di Irma, Stienta, per le riprese del paese dalla strada.
Nella zona d’argine fra Pontelagoscuro e Occhiobello era situata la casa di Elvia.
Il distributore di benzina di Virginia venne invece collocato vicino alle Saline di Cervia, in zona Tantlon (su Strada Statale Salara 254).

UN ETTARO DI CIELO

Aglauco Casadio, 1958

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Film che segnò l’esordio alla regia di Casadio, ma soprattutto dello scrittore e sceneggiatore Tonino Guerra, che il regista chiamò a collaborare, assieme a Elio Petri e Ennio Flaiano, dopo aver letto alcune sue poesie scritte in dialetto romagnolo.
Il film, una fiaba poetica e picaresca, è ambientato in un paesino alla foce del Po, sperduto tra paludi e acquitrini, dove ogni anno si svolge una fiera, a cui partecipa Severino (Marcello Mastroianni), un fantasioso venditore ambulante. Durante la fiera, Severino riesce a vendere a un gruppo di amici pensionati un ettaro di cielo che garantisce loro un posto tranquillo dove vivere bene dopo la morte. I vecchietti abboccano e decidono di suicidarsi – ma senza successo – per raggiungere l’angolo di cielo che hanno acquistato.

LOCATION Il film è stato interamente girato nella zona del Lido di Volano, di Codigoro e nell’Oasi di Cannevié.

TUTTI A CASA

Luigi Comencini, 1960

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Coste del Veneto, 8 settembre 1943. Dopo l’annuncio dell’armistizio, chiesto dal maresciallo Pietro Badoglio alle potenze anglo-americane, l’entusiasmo scoppia rapidamente tra i soldati. La realtà si rivela presto però drammaticamente diversa: gli alleati tedeschi sono improvvisamente diventati nemici, il re e il maresciallo Badoglio sono fuggiti e le truppe, senza ordini precisi, si ritrovano allo sbando. Il sottotenente del regio esercito italiano Alberto Innocenzi (Aberto Sordi) e i suoi soldati apprendono tardi la notizia dell’armistizio e finiscono così sotto il fuoco dei tedeschi. Il sottotenente cerca di convincere la sua truppa ad attendere ordini dai superiori, ma la maggioranza dei suoi subalterni lo abbandona. Molti disertano per tornare dalle proprie famiglie e molti si defilano. Così Innocenzi, gettata la divisa, si unisce a tre militari del suo reparto ed insieme a loro inizia tra mille pericoli e difficoltà un lungo viaggio per tornare a casa attraversando l’Italia occupata.

LOCATION Alcune scene del film, in particolare quella relativa all’attraversamento del fiume con il traghetto, sono state girate sul Po, nella zona di Polesella.

SCANO BOA

Renato Dall'Ara, 1961

Scano Boa è un paesino sul Delta del Po popolato da una comunità di soli pescatori: Qui si stabiliscono un padre e sua figlia Clara, subito malvisti dagli abitanti del luogo, che non esitano ad attribuire a loro il mancato arrivo degli storioni (principale fonte di sostentamento). Clara subisce violenza dal bellimbusto del paese, ma tace. Un giorno nell’acqua appaiono gli storioni e tutti accorrono per la pesca, anche il padre di Clara, che, inesperto e schivato da tutti, finisce per annegare. Durante i funerali, la ragazza dà alla luce un bambino.

LOCATION Il film è stato interamente girato a Scano Boa.

I FUORILEGGE DEL MATRIMONIO

Valentino Orsini e fratelli Taviani, 1963

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ll film, diviso in cinque episodi, prende spunto dal progetto di legge presentato nel 1954 dal senatore Sansone per l’approvazione del “piccolo divorzio”, in cui si contemplava la necessità di uno scioglimento del matrimonio in casi estremi, ad esempio la scomparsa del coniuge, così come narrato nell’episodio girato a Comacchio, dove un uomo ammogliato, Vasco Timballo (Ugo Tognazzi), torna al suo paese dopo una lunga assenza, dovuta alla guerra e alla prigionia, e non trova la moglie. Credendola morta si ricostruisce una famiglia con una giovane donna. La moglie però non è morta e, dopo lunghe ricerche, Vasco viene a sapere che è diventata monaca. Cercherà di ottenere l’annullamento del matrimonio ma, dato il precedente vincolo matrimoniale, incapperà in un intrico grottesco e insormontabile di procedure tanto che non potrà venire a capo di nulla: resterà il marito di una monaca.

LOCATION Il quinto episodio è stato ripreso integralmente a Comacchio – di cui si riconoscono alcuni scorci caratteristici del centro storico e i Trepponti –, ad eccezione delle scene ambientate all’interno del monastero dove si trova la moglie di Vasco, girate presso l’ex convento di San Francesco di Bagnacavallo.