DESERTO ROSSO

Michelangelo Antonioni, 1964

deserto rosso

Capolavoro di Michelangelo Antonioni – il primo a colori –, il film narra la parabola di una donna che non riesce a uscire da una profonda crisi esistenziale, e dei suoi rapporti con l’ambiente e le persone che la circondano. Giuliana (Monica Vitti), giovane donna borghese colpita da una profonda depressione, vive nella zona industriale di Ravenna insieme al marito, Ugo (Carlo Chionetti), un ingegnere chimico freddo e distaccato con cui non riesce a comunicare, e il figlio piccolo. Un giorno conosce Corrado (Richard Harris), un collega del marito, che attratto dalla donna tenta di aiutarla ad evadere dalla sua solitudine piena di incubi, intrecciando con lei una fuggevole ed amara relazione, che non riuscirà però a colmarne il bisogno di equilibrio.

LOCATION Il film è stato interamente girato a Ravenna (ad eccezione di un’unica sequenza ripresa nella spiaggia rosa di Budelli, in Sardegna).
La zona industriale di Ravenna è la scenografia di gran parte del film, le riprese sono state fatte lungo via della Baiona (set della scena iniziale, dove si vedono gli operari protestare durante uno sciopero) e il Canale Candiano, dove sono riconoscibili la ciminiera e la torre di raffreddamento Hammon della raffineria SAROM e del complesso petrolchimico ANIC (oggi dismessi).
In un capanno a Porto Corsini e lungo l’argine del portocanale sono state girate le scene del picnic a cui Ugo, Giuliana e Corrado partecipano insieme ad un gruppo di amici e l’arrivo della nave.
Nella Pialassa della Baiona, una laguna salmastra che si estende nell’area compresa tra il corso del fiume Lamone e il porto canale Candiano, sono state girate le scene ambientate nelle paludi.

DELITTO DI REGIME. IL CASO DON MINZONI

Leandro Castellani, 1973

Don Giovanni Minzoni, pluridecorato cappellano militare durante la Prima Guerra Mondiale, è attivo nell’assistenza sia alle persone disagiate che ai familiari delle vittime dello squadrismo fascista; egli si dimostra contrario alla politica di terrore che sembra crescere nella provincia di Ferrara, secondo le direttive imposte da Italo Balbo, in quel momento capo della Polizia, e per questo viene dapprima minacciato da Augusto Maran, un fascista del luogo, e poi ucciso a bastonate la sera del 23 agosto 1923 da un gruppo di fascisti mentre, in compagnia dell’amico Enrico Bondanelli, stava facendo ritorno alla canonica. Il film ripercorre la storia del delitto di Don Minzoni fino al processo ai suoi presunti assassini nel 1925, ricostruendo l’atmosfera che si viveva ad Argenta nel periodo della presa di potere del fascismo.

LOCATION Le riprese sono state effettuate nel territorio di Argenta.

LA CASA DALLE FINESTRE CHE RIDONO

Pupi Avati, 1976

casa finestre

Si tratta – dichiarava Pupi Avati durante le riprese del film – di una vecchia storia di paese, di quelle che sentivo raccontare una volta in casa mia, quando i bambini restavano ancora meravigliati e tremebondi ai racconti spaventevoli della nonna”.
Agli inizi degli anni ’60, in un paese della bassa Ferrarese viene chiamato un giovane restauratore, Stefano (Lino Capolicchio), per riportare alla luce un affresco raffigurante il martirio di San Sebastiano, dipinto da un artista locale naïf, morto suicida trent’anni prima. Appena arrivato, però, si rende conto che la sua presenza non è gradita e che l’intonaco che copre parzialmente l’affresco nasconde una verità che tutti sembrano temere ritorni a galla. Coinvolto in una serie di eventi inquietanti e morti violente, Stefano inizia a indagare e suo malgrado scopre tutto il torbido che si agita nelle pieghe più profonde della provincia.

LOCATION Le riprese del film sono state effettuate in gran parte a Comacchio, nelle sue Valli e nel Polesine meridionale.
Per riprendere l’arrivo del protagonista Stefano sul traghetto sono stati scelti gli argini del Po di Porto Tolle e Ca’Venier.
La villa liberty utilizzata come abitazione delle sorelle Legnani e dove soggiorna il protagonista Stefano è Villa Boccaccini alla Collinara a San Giuseppe, frazione di Comacchio, costruita nei primi del Novecento su una precedente casa colonica del ‘700 e tuttora visibile.
A Comacchio sono state girate numerose scene del film: si riconoscono il Loggiato dei Cappuccini (corso Mazzini), alcune vie del centro storico e in particolare via E. Fogli: il civico 7 è l’esterno dell’Albergo Italia (gli interni sono stati girati a Cento), dove alloggia il protagonista Stefano.
Le Valli di Comacchio fanno da sfondo a diverse scene del film. In una di queste, girata a Stazione Foce, è visibile la casa che il regista Giuliano Montaldo fece costruire per il set de L’Agnese va a morire, girato pochi mesi prima del film di Avati.

L’AGNESE VA A MORIRE

Giuliano Montaldo, 1976

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L’Agnese va a morire è il tentativo riuscito di Giuliano Montaldo di portare in scena, dopo numerosi insuccessi, l’omonimo romanzo di Renata Viganò che nel 1948 si era aggiudicato il Premio Strega ed era stato già tradotto in diverse lingue. Il film, come il libro, racconta di un’umile lavandaia di campagna, Agnese (Ingrid Thulin), a cui i nazisti deportano il marito ammalato, per aver dato ospitalità ad un soldato italiano dopo l’8 settembre ‘43. L’uccisione di un soldato tedesco e l’ingresso nel movimento partigiano clandestino accompagnano la graduale presa di coscienza della donna, sempre più impegnata come staffetta tra gli argini della Valle e i paesi limitrofi, fino a diventare riferimento e testimone della dura lotta antifascista.

LOCATION Le riprese del film sono state effettuate nelle Valli di Comacchio, nei territori di Bagnacavallo e Alfonsine.
A Stazione Foce, all’imbocco delle Valli di Comacchio, è ancora oggi visibile la caserma dei partigiani che fu costruita appositamente per il film e successivamente allagata per esigenze di sceneggiatura.
Nella campagna di Alfonsine, a circa 8 chilometri dal centro, si trovano due case coloniche utilizzate nel film: la “casa del Diavolo” e la “casa dell’Agnese” (oggi Azienda Agricola Baioni), entrambe visitabili.

LE STRELLE NEL FOSSO

Pupi Avati, 1978

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Il film, una favola tra il surreale e il fantastico, permeata di leggenda, è ambientato nel Settecento e racconta la storia di una famiglia di uomini, che vive in un casone isolato in mezzo alle Valli. Il vecchio padre ha allevato da solo i suoi quattro figli maschi, senza l’aiuto di una donna. Una notte d’estate avviene il miracolo: la giovane e bellissima Olimpia si presenta alla loro porta. La ragazza viene accolta dai cinque, che in poco tempo s’innamorano di lei, decidendo di sposarla tutti assieme: un antico rito contadino consente infatti al padre e ai suoi figli di unirsi alla stessa donna e vivere con lei per sempre. Il giorno dopo il matrimonio Olimpia sparisce misteriosamente.
Pupi Avati ricorda con queste parole il momento in cui, insieme ai collaboratori Cesare Bastelli e Cesare Bornazzini, finalmente individuò la casa dove ambientare il film: “Una settimana intera dentro alle valli, lungo le strade bianche, salendo e scendendo dalle auto di produzione, alla ricerca della casa in mezzo all’acqua che avrebbe fatto da centro narrativo al film. Pareva introvabile, inesistente. Poi l’ultima sera, prima di ripartire per Roma, rassegnati all’idea di dover ripiegare su altre soluzioni mortificanti, con i due Cesare ci siamo incamminati lungo un argine erboso. Stava facenvo buio e l’acuq della valle era ormai nera. Andammo avanti ad oltranza e il sole stava tramontando. “Eccola”, dissi vedendola. Era infatti là, dentro l’acqua, esattamente quella che avevo immaginato. Bornazzini gettò un grido di gioia e Bastelli sorride”.

LOCATION Il film è stato girato nelle Valli Cantone e Bertuzzi, dove ancora oggi è visibile il casone contadino utilizzato come set per le riprese.

AIUTAMI A SOGNARE

Pupi Avati, 1980

aiutami a sognare

Per sfuggire ai bombardamenti tedeschi durante la Seconda Guerra Mondiale, la giovane vedova Francesca (Mariangela Melato) si rifugia con le sue tre figlie nella sua casa di campagna. Francesca ha una passione per tutto ciò che viene dall’America, come la musica e il cinema. Un giorno un aereo americano atterra nei pressi della villa a causa di un guasto e tra l’aviatore e Francesca nasce una tenera storia d’amore. Riparato l’aereo, il pilota riparte lasciando la giovane donna ai suoi sogni e ricordi.

LOCATION Il film è ambientato principalmente in due case della bassa padana: Villa Sarocco a Ro e Villa Giglioli, antica villa di stile veneto originaria del XV e rimaneggiata nel XVIII e XIX secolo situata nella campagna tra Serravalle e Ariano lungo il Po di Goro.

ZEDER

Pupi Avati, 1983

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Seconda incursione nel genere horror, dopo La casa dalle finestre che ridono, Zeder è uno zombie-movie atipico ambientato nella provincia emiliano-romagnola.
ll giovane giornalista Stefano (Gabriele Lavia) riceve dalla moglie Alessandra (Anne Canovas) una macchina da scrivere usata. Casualmente si accorge che sul nastro di scrittura della macchina sono rimaste impresse delle frasi scritte dall’ultimo possessore dello strumento. Indagando su questo testo scopre che un tale Paolo Zeder, scienziato degli anni ’50, aveva condotto degli studi sui misteriosi Terreni K, delle particolari zone in cui è possibile seppellire i morti e farli tornare in vita.

LOCATION Bologna e Milano Marittima.
La location principale e più suggestiva è l’ex Colonia Varese di Milano Marittima (viale Matteotti, risalendo verso Nord), sorta di piccola città costruita nel 1938: una superficie coperta di 4.300 metri quadri e una volumetria di 62 mila metri cubi di stampo prettamente fascista dove potevano alloggiare un migliaio di bambini opportunamente divisi tra maschi e femmine tramite camerate e refettori.

LA NEVE NEL BICCHIERE

Florestano Vancini, 1984

la neve nel bicchiere

La cronaca delle vicende di una famiglia contadina della “bassa” ferrarese dal 1898 al 1927: tre decenni e tre generazioni di uomini la cui vita miserevole, fatta di povertà, scarso cibo, malattie, fatiche e lavori malpagati, è scandita inizialmente dal solo passare delle stagioni, per poi essere travolta da avvenimenti di più largo respiro e di diversa importanza: le prime lotte salariali dei braccianti e mezzadri, le prime Leghe, rosse e bianche, la Grande Guerra – che lascia anche nella “bassa” larghi e dolorosi vuoti -, le prime manganellate di marca fascista.

LOCATION Le riprese del film sono state effettuate nel territorio di Argenta.
Alla Ca’ Rossa di Vallesanta, presso l’Oasi naturale di Campotto, era situata la casa della famiglia di contadini protagonista del film. Attualmente la casa colonica è di proprietà del Consorzio della Bonifica Renana ed è destinata allo sviluppo di attività didattiche e ricettive legate alla ruralità, quali fattoria didattica e agriturismo.
Nel paese di Boccaleone è stato ricostruito il borgo “Due Ponti” del romanzo di Nerino Rossi da cui il film è tratto.

FESTA DI LAUREA

Pupi Avati, 1985

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Commedia dolceamara che si snoda sul doppio registro dell’incanto e del disincanto, del pathos e della perfidia, della tenerezza e dell’ironia. Anni ’50, il pasticcere Vanni Porelli (Carlo delle Piane), un uomo semplice e umile, accetta l’incarico di restaurare una villa di campagna, che gli anni e l’incuria hanno degradato, e di organizzarvi la festa di laurea per la figlia della padrona. Quest’ultima è Gaia (Aurore Clèment), una ricca signora bolognese che, dieci anni prima, il giorno dell’entrata in guerra dell’Italia, aveva dato a Vanni un bacio, immergendo il protagonista in un sogno d’amore astratto e duraturo, mai corrisposto. La festa sarà un fallimento, non per colpa di Vanni, ma per la meschinità e l’ipocrisia degli invitati.

LOCATION Diverse scene del film sono state girate nel territorio di Volano.
Le strade percorse in bicicletta dai protagonisti all’inizio del film e che fanno da sfondo ai titoli di testa sono le vie panoramiche che costeggiano Valle Bertuzzi, al cui interno, in via Lido di Volano, è tutt’oggi visibile il casone dove padre e figlio si recano per noleggiare i vestiti.

I CAMMELLI

Giuseppe Bertolucci, 1988

i cammelli

Una strana carovana si aggira nel Delta del Po. Camillo (Diego Abatantuomo), organizzatore di troupe per spettacoli di modesta qualità, ha messo sotto contratto Ferruccio Ferri, (Paolo Rossi) uno sprovveduto giovane che sa tutto sui cammelli, campione imbattuto del quiz “Chi ne sa di più” I due, accompagnati da un autista-factotum e da una grottesca cantante (Sabina Guzzanti), di cui Camillo è innamorato, partono da Carpi con un cammello al seguito e, attraversando la bassa padana, si dirigono a Milano, dove Ferruccio Ferri sosterrà la prova finale di un quiz televisivo.

LOCATION Diverse sequenze del film sono state girate tra Mesola, Comacchio e le sue Valli.
In una delle scene iniziali si vede il protagonista Ferruccio inseguito nella Piazza del Castello di Mesola (Piazza Umberto I) e lungo l’argine del Po per poi essere ripreso sui Trepponti della città lagunare.
Successivamente la carovana viene ripresa mentre attraversa le Valli di Comacchio.